il rosario delle cose note si dipana come sempre ai tuoi sensi nel flusso di immagini incerte che acceleri quando vai di un andare mentale non sono
hai un paradiso in viso ma quello che hai dentro e piu di un buon motivo per l'inferno sottoscrivi il tuo destino e stai contento foglia in un
in profondissima calma il mastodonte fantasma nuota nel buio nel basso nel buio presagio di un'acqua piatta fissando il punto dove l'occhio non
la valle e scomparsa sotto un lago d'orzata compatta da qui ad Alessandria la grigia in un liquefarsi di giorni notturni umori e condense ammuffiscono
non fa male sono parti non mie non e grave si sopravvive occhi non miei voci non mie gesti non miei mani non mie giorni non miei notti non mie
l'organismo immateriale che regge i rapporti quando io mi allontano mi ha mosso passi labbra gesti cosi l'automa ha sorriso e scherzato mentre stavo
solitudine solida ronza e rimbomba l'annuso a distanza e un'ipnosi un'inquietudine un misto barricato tra le costole un muscolo un'incudine
dove sono i miei sogni d'oro e tutto quello che di luminoso avevano promesso in coro al mio ordinario catramoso avevo sogni d'oro adesso sprecati
treni caldi e stanchi sussultano in corsa agli aghi degli scambi in balia di nessun mare pigri tra clivi in un percorso locale in un torpore sonnesco